Sammargheritina

L’appartamento è inserito in un antico edificio situato nel quartiere Ghiaia di Santa Margherita Ligure. L’esistenza del fabbricato è documentata già dalle carte del Settecento: originariamente costruito e abitato da pescatori, ha subito nel tempo numerose modifiche, così come molte abitazioni liguri vicine al mare.
L’obiettivo progettuale è stato proprio quello di valorizzare i pochi elementi architettonici originali ancora visibili: le travi a vista e gli archi che incorniciano finestre e nicchie.
Questi sono stati integrati in una pianta maggiormente funzionale alle esigenze contemporanee.
L’intervento non si è limitato a realizzare una semplice “casa al mare”, ma ha mirato ad ottenere un ambiente elegante: una piccola suite che i committenti potessero utilizzare durante tutto l’arco dell’anno.
In origine l’appartamento inglobava le sue uniche due finestre rivolte verso lo spazio pubblico, una delle vie centrali del borgo, all’interno di due camere; la zona cottura e il soggiorno risultavano invece privi di luce naturale, in quanto posti nella parte interna dell’unità. Per aumentare la luminosità, è stata ampliata la zona giorno lungo tutta l’estensione dell’appartamento, a scapito di una camera che ne tappava l’affaccio verso l’esterno. Attraverso la disposizione dell’arredo, il living è stato idealmente organizzato in tre aree funzionali (pranzo, cucina e soggiorno) poste in sequenza tra loro.
La parte opposta dell’appartamento ospita invece il bagno e la camera da letto, questa illuminata dalla seconda finestra rivolta al paese, da cui è possibile scorgere il mare; tra questi ambienti è stato ricavato uno spazio adibito a cabina armadio.
L’ importante studio delle finiture, dei dettagli e del disegno degli arredi, quasi tutti realizzati su misura, è volto alla massima valorizzazione e ottimizzazione dello spazio disponibile (pari a circa 40 mq).
Una scelta stilistica rilevante è stata quella delle porte di distribuzione tra la zona giorno e la zona notte/bagno: invece di porte a battente o scorrevoli tradizionali, sono state utilizzate porte antiche di recupero, a due battenti. L’ispirazione e il richiamo alla distribuzione tipica delle case di inizio secolo dialogano con lo stile e i rimandi storici della casa e consentono una gestione ottimale delle relazioni tra gli ambienti: l’utilizzo comodo tramite l’apertura di un solo battente consente una minore invadenza degli spazi, rispetto ad una porta a singolo battente; al contrario, l’apertura a due battenti delle porte consente di avere aperture maggiori tra le stanze, configurando l’intero spazio dell’appartamento come fosse un unico open space.
Anche nella finitura, le porte antiche dipinte a mano di bianco come le travi, mostrano i segni del tempo che si fondono con i dettagli antichi “imperfetti” della casa.
Un dettaglio innovativo e in netto contrasto col passato è invece rappresentato dalle maniglie scelte: vista la difficoltà nel reperire maniglie in stile, che per forma e materiale si adattassero alle porte, è stato abbinato un modello dal design minimo ed essenziale, opera del designer Marco Pisati.
Il bianco è il colore principale degli ambienti, abbinato all’essenza in rovere del parquet, realizzato con doghe di dimensioni ridotte che potessero essere valorizzate dalla dimensione degli spazi a disposizione.